Situata fuori dalle mura del Borgo, la piccola Chiesa di San Nicola contiene un tesoro di affreschi rinascimentali, realizzati tra il 1522 e il 1526 dalla scuola di Giovanni di Pietro, detto “Lo Spagna”, pittore allievo del Perugino e del Pinturicchio.
L’esterno presenta un portale del XVI secolo ed un campanile a vela, l’interno è completamente decorato da affreschi, la cui storia è legata alla pestilenza del XV secolo.
I dipinti esprimono le speranze, le paure, la devozione ed il gusto estetico della comunità di Casteldilago, che li ha commissionati in occasione della terribile pestilenza, che intorno al 1520 colpi la popolazione locale.
Particolare importanza riveste l’abside per la vastità della superficie con alle due estremità le figure di S. Sebastiano e S. Rocco, rappresentato in abito da pellegrino in atto di mostrare il bubbone della malattia, entrambi invocati contro la peste, tra i santi raffigurati troviamo anche S. Nicola al quale si affidavano i bambini perché li salvasse dal contagio.
Abside interamente affrescata: nel catino è dipinto il Padreterno benedicente racchiuso in una mandorla tra Angeli, nel tamburo la Madonna in Trono tra i Santi Sebastiano, Nicola, Giovanni Evangelista ed a seguire i Santi Valentino, Antonio da Padova e Rocco. La scena è contenuta tra due pilastri decorati a grottesche.
Parete sinistra, tra finte architetture, sono dipinti i Santi Rocco, Sebastiano e Nicola, invocati contro la peste; anche la figura della Madonna del latte era molto invocata perché dopo il parto, la carenza del latte avrebbe provocato la morte dei neonati.
Parete destra sono dipinti una sequenza di Santi su uno sfondo di drappi rossi, al di sotto dei riquadri sono scritti i nomi delle famiglie committenti.
Il tabernacolo cinquecentesco è attributo agli Angelucci di Mevale, una famiglia di artisti attivi nel secolo X
La Valnerina è caratterizzata da un enorme patrimonio storico artistico distribuito nei vari borghi, un esempio sono le numerose opere di Giovanni di Pietro detto lo Spagna, che si caratterizza per una tecnica corretta ed accurata, dignitosa nella semplicità narrativa che il gradevole cromatismo riesce ad esaltare. La quantità delle opere commissionate allo Spagna (1450-1528) fa intendere chiaramente come l’artista disponesse di una ben nutrita bottega di aiuti, la cui attività si esplica nelle pittoresche chiese, lungo la valle del Nera, nell’ambito della vasta Diocesi Spoletina.